sabato, 23 Novembre 2024
Toh, guarda. La Cnn elogia la Meloni e inguaia la sinistra
Ci sono poche cose che mandano in estasi i rappresentanti della sinistra, soprattutto di quella definita «radical-chic», come il leggere degli articoli negativi sull’Italia, sugli esponenti della destra provenienti dalla stampa estera. Un vero e proprio godimento dettato non solo dalla critica ma anche dal poter mostrare a noi, poveri ignoranti, che loro durante la colazione leggono il Financial Times, o l’Economist, che sfogliano Le Figaro e guardano la Cnn mentre noi armeggiamo con il rosa della Gazzetta.
Una rassegna stampa quotidiana, ritrattata, condivisa, ogni qual volta c’è qualcuno che da lontano dice qualcosa di brutto su quello che accade da noi. Pezzi, analisi, opinioni che nella passata campagna elettorale prima del voto per le politiche erano pieni di allarmi: allarme fascismo, allarme conti, allarme sociale. Tutti pronti a dire che l’eventuale vittoria della destra e l’arrivo a Palazzo Chigi di Giorgia Meloni sarebbe stata una catastrofe nazionale, europea, globale…
Poi però capita che un giorno (due giorni fa) la Cnn, di certo non una televisione vicina al Partito Repubblicano, anzi, prepara un servizio sulla premier con sguardo sul problema dei migranti allargando però il discorso al trascorrere dei primi 100 giorni del suo esecutivo e questo è il giudizio:
«I primi 100 giorni del Governo Meloni – hanno detto dalla celebre emittente globale – sono stati un successo. La premier non è neanche lontanamente di estrema destra come avevamo temuto. L’attuale Presidente del Consiglio è un politico bilingue a suo agio tra i leader mondiali».
Siccome la cosa è grossa ripetiamo i concetti base: il governo è un successo, tradotto: sta facendo bene, molto bene. Non esiste alcun pericolo di destra o fascista, e questo andrebbe ricordato domani dove nelle piazze del 25 aprile il tema del presunto ritorno al passato sarà lo slogan principale. Giorgia Meloni è un politico valido, in grado di stare a testa alta in mezzo alle altre grandi potenze mondiali.
Immaginiamo la reazione dei benpensanti nell’ascoltare tali inattesi complimenti; immaginiamo la loro difficoltà nel finirla quella colazione a base di giornali esteri. Ci dev’essere stata una paresi o degli svenimenti di massa dato che sui soliti canali social e sui soliti giornali pronti a fare da megafono alle critiche davanti agli applausi hanno pensato bene di tacere e nascondersi.
E, nelle ultime ore se c’è una preoccupazione a Washington legata all’Italia non è per le azioni del governo o dei suoi ministri ma per la possibilità che Luigi Di Maio venga nominato rappresentante Ue per il Golfo Persico. La posizione filo-cinese dell’ex Ministro degli Esteri infatti alla Casa Bianca se la ricordano perfettamente.