giovedì, 13 Febbraio 2025
Tornatore a Napoli, ‘il mio Francesco Rosi’
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(ANSA) – NAPOLI, 18 NOV – Salvatore Giuliano “visto da
ragazzino in TV su consiglio di mio padre”, il primo ‘incontro
in Sicilia (“gli chiesi una intervista per ‘Tre fratelli'”), un
libro scritto chiacchierando insieme per due anni, l’amicizia
fino agli ultimi giorni “cercando sempre nuove idee, come un
moscone che sbatte contro un vetro, mi disse”: Giuseppe
Tornatore racconta il suo Francesco Rosi all’Università Federico
II di Napoli in occasione del centenario del maestro napoletano,
nella due giorni d’ omaggio organizzata da Regione Campania e
Film Commission.
Accanto alla figlia Carolina Rosi il regista premio Oscar
presenta il volume “Francesco Rosi. Diari. Da Salvatore Giuliano
a Carmen: il cinema della ragione (1961-1984)” (La nave di
Teseo). “Sono pagine che per le nuove generazioni di giovani che
aspirano a padroneggiare la lingua delle immagini valgono più di
una lezione di cinema, di metodologia e di stile – scrive nella
prefazione – ci ricordano l’intelligenza del suo sguardo curioso
e impegnato, ci riportano l’inflessibilità del suo modo di
essere e di ragionare”.
“Il rapporto di Rosi con i giovani non aveva mai nulla di
retorico – racconta ai ragazzi – A chi sogna un mestiere che si
basa sulla passione avrebbe detto di studiare sempre, leggere
tante sceneggiature”. Amava anche i film degli altri: “Non tutti
i registi lo dicono. Che fossero giovani o maestri. Ci teneva
sempre a chiamarli. Mi chiese il numero di telefono di Clint
Eastwood perchè voleva dirgli quanto gli era piaciuto Million
Dollar Baby. E lo ha fatto!”. In collegamento anche Mario
Martone: “Siamo tutti figli di Francesco Rosi, io, Sorrentino,
Giordana, Andò, ed altri, anche se diversissimi. Vedere i suoi
film è sempre un esperienza pazzesca”. Per gli studenti c’è
una rassegna fino a febbraio, ‘Mani sulla città”, “Uomini
Contro”, “La tregua” più che mai sono film attuali. “Nei cinema
di Parigi oggi ci sono due opere di Rosi in sale di prima
visione” fa notare Lorenzo Codelli.
Appare sul monitor Roberto Andò, che firmò un docu sugli 80
anni: “Rosi è materiale del futuro, non certo del passato. E’
stato un combattente del cinema. Negli ultimi anni non trovò
interlocutori di livello”. (ANSA).