martedì, 11 Febbraio 2025
Trent’anni senza Fellini e i cinquanta di Amarcord
(ANSA) – BOLOGNA, 04 GEN – Il 2023, appena iniziato, sarà –
per il Cinema e per Rimini – un anno molto Felliniano in cui
andranno ad intrecciarsi diverse ‘date simbolo’ della parabola
artistica e di vita del regista romagnolo a partire dal 30/o
anniversario dalla sua scomparsa avvenuta il 31 ottobre del
1993. Allora, in una piazza Cavour gremita, a due passi da quel
cinema Fulgor restaurato e riaperto nel 2017 in cui il giovane ‘Maestro ‘ – seduto sulle ginocchia del nonno a guardare ‘Maciste all’inferno’ – scopriva la magia del grande schermo, il
saluto più dolce e spontaneo era stato un grido, a risuonare nel
silenzio: ‘vai, Federico’. Adesso la sua città – che nel frattempo ha dedicato al
regista un ‘museo diffuso’, il ‘Fellini Museum’ che si snoda tra
il quattrocentesco Castel Sismondo ideato tra gli altri dal
Brunelleschi; Piazza Malatesta e il Palazzo del Fulgor – si
appresta a celebrare un caleidoscopio di emozioni: il
trentennale della morte di Fellini, appunto; i 60 anni
dall’uscita nelle sale di ‘8 1/2’; i 70 anni dal debutto de ‘I
Vitelloni’, i 40 anni de ‘E la Nave va’, unico film del cineasta
presentato in anteprima a Rimini alla sua presenza e
soprattutto, i 50 anni di ‘Amarcord’.
Forse la pellicola più amata dal pubblico, capace di stregare
i giurati dell’Academy con un nonno che parla in dialetto e si
perde nella nebbia e quella espressione tutta romagnola ‘Amarcord’, ‘Io mi ricordo’, finita pure sui vocabolari e sulla
Treccani a indicare “il ricordo, la rievocazione nostalgica del
passato” e divenuta, non senza una vena di ironia, di uso comune
nella vita di tutti i giorni.
E nel segno del regista, a Gambettola – a un ‘tiro di
schioppo’ da Rimini, nel Cesenate – è da poco tornata a nuova
vita ‘Casa Fellini’, casolare di campagna cui vissero i nonni di
Federico e dove lui stesso trascorse parte dell’infanzia. Rinata
come ‘bottega culturale’ e residenza dedicata alle arti del
Cinema, del Circo e del Teatro. (ANSA).