Trudie Styler, ‘porto la mia Napoli nel mondo’

Innamorata delle isole del Golfo di
Napoli e dell’Italia, la produttrice e regista inglese Trudie
Styler si è messa in viaggio da Londra per raggiungere Capri,
Hollywood e applaudire l’amico Matteo Garrone con il suo Io
Capitano in corsa per gli Oscar e nella shortlist per il miglior
film internazionale. E per ritirare il premio per il miglior
documentario assegnato al suo ‘Posso Entrare? An Ode to Naples’
dalla 28/a edizione dell’International film festival. Il film
sarà presentato a febbraio all’EFM, il mercato Industry della
Berlinale. “La mia ode a Napoli è nata a Ischia, ho cominciato a
pensarci durante il festival Ischia Global – racconta
riferendosi alla manifestazione estiva fondata e prodotta da
Pascal Vicedomini così come Capri, Hollywood -: in questi
festival noi artisti e produttori abbiamo il privilegio di poter
essere rilassati, parlarci, ascoltare, apprezzare le cose che
facciamo e questo è davvero unico”. Portando in giro per il mondo la Napoli vista con i suoi
occhi che impressione riceve dal pubblico? “Certo, esistono
pregiudizi sulla città, c’è chi, per esempio, pensa sia
pericolosa. Io posso solo dire che ho condiviso la vita dei
napoletani in due anni di riprese. Mi hanno molto colpito le
storie sulla guerra, la Napoli bombardata, le Quattro giornate
raccontatemi da un veterano di 94 anni! Tutto questo è Napoli.
    Quando presento il film chiedo al pubblico di scoprirla insieme
a me”.
    Nel docu, che si apre con un rap di Clementino, interviste a
don Antonio Loffredo, ex parroco del quartiere Sanità,
all’attore Francesco Di Leva fondatore del Teatro Nest a San
Giovanni a Teduccio, allo scrittore Roberto Saviano, all’artista
Jorit, un’esibizione di Sting nel carcere di Secondigliano. Styler era anche a New York per la recente proiezione di Io
Capitano, un’opera che ha toccato le sue corde più sensibili.
    “L’esperienza di vedere il film di Garrone è immensa, sei
trasformato quando esci dalla sala. Mostra che cosa significa
essere giovani e vedersi negata la libertà che cercano tutti i
giovani: uscire, conoscere, viaggiare. Invece il mondo è così
crudele e così diviso: deve essere un imperativo assoluto dei
governi cercare di cancellare questa disparità”.
   

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