Truffa via NFT per una falsa opera di Banksy

(ANSA) – MILANO, 01 SET – Un collezionista ha pagato oltre
300.000 dollari in Ethereum per un NFT falsamente correlato
all’artista Banksy. A trarre in inganno l’acquirente, un
collegamento che rimandava direttamente alla pagina ufficiale di
Bansky, banky.co.uk. L’asta si è conclusa in anticipo dopo che
un navigatore inglese, di cui non si conosce il nome, ha offerto
il 90% in più rispetto agli offerenti rivali. A seguito della
diffusione della notizia tramite i canali della BBC, il team di
Banksy ha dichiarato che non è in corso, né vi è mai stata,
un’asta di opere NFT dell’artista. Probabilmente la copertura
mediatica ha spinto il truffatore, che su Twitter si fa chiamare
Pransky, a restituire la somma di 336 mila dollari, senza
apparente spiegazione.
    Un portavoce di Bansky ha spiegato l’avvenuta intromissione
all’interno del sito web ufficiale, con l’aggiunta di un link
che rimandava all’asta tenutasi sulla piattaforma di vendita NFT
OpenSea. Tom Robinson, della società di analisi di criptovalute
Elliptic, ha confermato alla BBC che una volta pagata una certa
somma via Ethereum, c’è ben poco da fare per riaverla indietro,
anche in caso di transazione per oggetti fasulli. “OpenSea è
l’eBay degli NFT: consente a chiunque di vendere arte digitale
che possiede o che ha creato da solo. Una volta che un’offerta è
stata fatta, il venditore può accettarla e la criptovaluta viene
trasferita irreversibilmente” ha affermato. Con gli NFT, le
opere d’arte possono essere “tokenizzate” per creare un
certificato di proprietà digitale che può essere acquistato e
rivenduto. Ad essere comprata non è l’opera in sé ma il suo
possesso digitale verificato. (ANSA).
   

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