Tumori, gli organoidi-avatar per testare l’efficacia dei farmaci

All’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (Ire) di Roma degli organoidi sono stati utilizzati per testare l’efficacia dei farmaci, con i primi due casi clinici: pazienti con tumore molto avanzato hanno infatti beneficiato dell’analisi molecolare sugli organoidi. Gli organoidi sono in pratica ‘avatar’ o repliche in miniatura di organi e tessuti umani, modelli tridimensionali, derivati dai tumori dei pazienti, rivoluzionari per la ricerca sul cancro grazie alla loro capacità di replicare fedelmente in provetta la complessità biologica e genetica del tumore. Inoltre, con il supporto della piattaforma Opera Phenix Plus, si valuta quotidianamente l’efficacia dei trattamenti su tessuti 2D e organoidi. A oggi ha elaborato 5,2 Tera byte di immagini per un totale di 1405 analisi.
    Su due casi clinici specifici la piattaforma ha fornito agli oncologi un’informazione mai disponibile prima: conoscere in anticipo, cioè prima dell’inizio della terapia, la sensibilità del tumore a un pannello di 20-30 farmaci e selezionare quelli che mostravano maggiore efficacia. Una donna affetta da tumore ovarico e un uomo con tumore gastrico, entrambi con malattia molto avanzata e recidive comparse dopo varie linee terapeutiche, hanno beneficiato della terapia più appropriata.
    Testare i farmaci su organoidi tumorali evita la somministrazione al paziente di terapie che potrebbero rivelarsi inefficaci e consente un notevole risparmio economico al Sistema Sanitario. Ne parleranno i maggiori esperti internazionali il 23 e 24 settembre all’appuntamento straordinario sugli organoidi, in occasione del sesto Workshop Ire sulla Oncologia Traslazionale.
    “A due pazienti complessi, discussi al Molecular Tumor Board, è stato prelevato del tessuto tumorale – spiega Giovanni Blandino, Direttore della Unità di Ricerca Oncologica Traslazionale Ire – Il tessuto è stato coltivato per alcune settimane in provetta in condizioni favorevoli alla generazione di organoidi. Questi sono stati sottoposti all’attività di farmaci sia classici chemioterapici che a bersaglio molecolare.
    I risultati sono stati sorprendenti. I clinici oncologi hanno avuto una informazione attendibile sulla sensibilità dei rispettivi tumori ai vari farmaci testati, prima di iniziare la terapia sul paziente. Una volta concluse le indagini molecolari gli organoidi possono essere conservati nella bio-banca Ire, per una successiva sperimentazione”. Si tratta, conclude Gennaro Ciliberto, direttore scientifico Ire, di “un approccio altamente innovativo. Al workshop internazionale, si discute proprio di come gli organoidi stiano aprendo nuove strade alla comprensione della resistenza ai farmaci, sviluppo di metastasi e interazione tra tumore e sistema immunitario. Un’occasione per favorire collaborazioni internazionali e stimolare nuovi approcci traslazionali, con l’obiettivo di accelerare il passaggio dalla ricerca preclinica alla clinica e a soluzioni terapeutiche sempre più personalizzate”. 
   

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