giovedì, 13 Febbraio 2025
‘Ultimo tango a Parigi’ torna a Porretta dopo cinquant’anni
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(ANSA) – BOLOGNA, 09 NOV – ‘Ultimo tango a Parigi’ di
Bernardo Bertolucci torna a Porretta Terme (Bologna) a 50 anni
esatti dalla prima proiezione italiana, il 15 dicembre al cinema
Kursaal, con il restauro di Vittorio Storaro eseguito nel 2018
per il Csc-Cineteca Nazionale: proprio in seguito a questa
premiere ebbe inizio il tormentato iter giudiziario della
pellicola, poi nel 1987 il film fu riabilitato e ne fu
autorizzata la distribuzione nelle sale o in tv. Proiettato per
la prima volta a New York nell’ottobre 1972, fu poi presentato
quasi contemporaneamente a Parigi (14 dicembre) e a Porretta
Terme (15). Sarà l’unico evento del cinquantesimo organizzato in
Italia, ha fatto sapere la Fondazione Bertolucci, a
completamento della XXI edizione del Festival del Cinema di
Porretta (3-10 dicembre), erede di quella che allora era la
Mostra Internazionale del Cinema libero, all’epoca uno dei
centri della vita cinematografica in Italia. Alla serata
interverranno Marco Tullio Giordana, che ebbe fortuitamente modo
di vivere il set di ‘Ultimo tango’, e la presidente della
Fondazione intitolata al regista, Valentina Ricciardelli.
Numerosi i premi e le nomination comunque accumulati fra il
1973 e il 1974 (miglior regia ai Nastri d’Argento e nomination
agli Academy Awards, ai Golden Globe e ai Bafta) per ‘Ultimo
tango a Parigi’, ancora oggi film discusso per i temi, la
rappresentazione della sessualità, i suoi stessi modi di
produzione. Nell’era del #metoo, le polemiche sul consenso nel
rapporto tra Maria Schneider e Marlon Brando, e sui limiti della
libertà creativa del regista, hanno reso nuovamente il film
materia di scontro ideologico. La censura – affermano gli
organizzatori di Porretta Cinema – è un indice della presenza
costante, sia pure con modalità diverse, del film nel dibattito
pubblico. È una parabola che rende conto allo stesso tempo
dello slittamento dei processi di formazione dell’opinione
pubblica sul cinema da agenzie formali, come i tribunali e le
commissioni di censura (oggi di fatto abolite nell’ordinamento
italiano), ad altre informali, come la stampa e i social
network. (ANSA).