Una mostra racconta la realtà percepita dai bambini con autismo

Come vede il mondo un bambino autistico? Come spiegarlo? Da queste domande nasce il progetto presentato dal Gruppo INI e Villa Alba: un vero e proprio viaggio sensoriale, più che un’esposizione, per spiegare come i bambini e ragazzi con autismo interpretano il mondo attraverso i 5 sensi. Porsi queste domande è il primo passo per comprendere, empatizzare, capire ed includere, è il messaggio della mostra.

“Vedo il mondo come una grande stazione ferroviaria, con tanti rumori e tante persone”, racconta un bambino nel video di presentazione dell’esposizione. Il percorso e le opere esposte a Villa Alba Veroli fino a fine mese pongono al centro l’espressione creativa e la prospettiva unica di chi convive con disturbi dello spettro autistico. Un punto di vista sul mondo attraverso l’arte, in una mostra intitolata “Il Mondo attraverso i miei occhi: ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi”.

La mostra ospita fotografie, disegni e racconti realizzati dai ragazzi di Villa Alba, che raccontano cosa cattura la loro attenzione e come vedono il mondo. Ogni opera è una finestra su un universo diverso, fatto di percezioni amplificate, suoni, colori e sensazioni che, per chi non vive l’autismo, sono difficili da comprendere. L’intento è spiegare perché alcuni stimoli siano più intensi o affascinanti per questi bambini e ragazzi e rispondere alla domanda fondamentale: come si percepisce il mondo quando non lo si vive come gli altri? La consapevolezza di queste sfumature, affermano i curatori, ci permette di costruire ponti di comunicazione, creando un mondo più accogliente e supportivo.

Il progetto nasce grazie all’impegno costante dell’équipe riabilitativa della struttura, sotto la direzione di Maria Nicoletta Aliberti, responsabile dei Centri di scienze riabilitative e diagnostiche per l’età evolutiva del Gruppo INI – Villa Alba – e prende vita da un’idea di Chiara De Nicolo, psicologa esperta in autismo e tecnico Aba, che ha curato il percorso tematico insieme all’intera equipe riabilitativa.

 “La mostra – racconta Aliberti – non solo vuole sensibilizzare, ma soprattutto evidenziare la necessità di accogliere la diversità come un valore. Questa iniziativa è il frutto di un lungo lavoro collettivo, che coinvolge il nostro team di esperti e i ragazzi seguiti nel loro percorso terapeutico, con l’obiettivo di dare visibilità a un’esperienza che, purtroppo, resta ancora poco conosciuta e capita”. 
   

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