Une affaire d’honneur, storia di duelli e femminismo

Un gran bel film con un marketing ad
orologeria questo Une affaire d’honneur di Vincent Perez che
passa al Bif&st. Da una parte un’opera molto maschile ed
adrenalinica che ricorda Duel, per la bellezza dei duelli e per
l’odio di due sfidanti e, dall’altra, la storia di una
femminista in anticipo coi tempi. Siamo infatti nella Parigi del
1887, un’epoca in cui il duello era di casa. Sicuramente per
Clément Lacaze (Roschdy Zem), imbattibile maestro di scherma,
che però non regge emotivamente alla morte del suo amato nipote
Adrien (Damien Bonnard) in un duello al primo sangue contro il
più esperto e cattivo colonnello Berchère. Eppure era stato lui
a preparare il ragazzo figlio della sorella. Da qui ripetute
sfide con l’odiato colonnello prima alla pistola, dove Berchère
è più forte, e poi a cavallo con la sciabola.
    Allo stesso tempo assistiamo in Une affaire d’honneur alla
vicenda della proto-femminista Marie-Rose Astié de Valsayre
(Doria Tillier) in perenne lotta contro il mondo maschile per i
diritti delle donne, anche solo quello di indossare i pantaloni
e praticare la scherma. Ma il vero cruccio di questa donna è di
essere degna di poter difendere il proprio onore proprio come è
per gli uomini, motivo tra l’altro di ogni duello che si
rispetti. Suo grande nemico è il giornalista Témoin Massat
(Nicolas Gaspar) che la deride a più non posso nei suoi
articoli. Dopo mille provocazioni Marie-Rose lo sfida a duello e
si fa preparare per questo da Clément Lacaze un uomo molto più
moderno della sua epoca. I due inevitabilmente diventeranno
amici, sfiorando a tratti l’amore, ma più che altro saranno
solidali nel difendere il loro rispettivo onore.
   

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