Venezia, il Leoncino d’oro a Freaks Out di Mainetti

(ANSA) – ROMA, 11 SET – E’ andato a Freaks Out di Gabriele
Mainetti il Leoncino d’Oro attribuito da Agiscuola, con questa
motivazione: “Un’imprevedibile atmosfera conquista lo spettatore
proiettandolo in un mondo tanto spettacolare quanto
catastrofico. Tra tendoni da circo e campi da guerra, quattro
protagonisti, nella loro diversità, esprimono la necessità di
essere umani. Un’opera innovativa e coraggiosa, che racchiude in
una grande avventura fra sogno e realtà, tutto l’amore per il
cinema”.
    La cerimonia si è tenuta il 10 settembre a Venezia alla
presenza di Francesca Puglisi, capo della segreteria tecnica del
ministro dell’Istruzione, Roberto Cicutto, del presidente della
Biennale, Alberto Barbera, direttore della Mostra del cinema,
Andrea Del Mercato, direttore generale La Biennale, Luigi
Lonigro, presidente Nazionale Distributori Anica. in un
videomessaggio il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha
sottolineato che “il Leoncino d’oro è un premio importante,
perché testimonia la vicinanza e la sintonia che c’è tra scuola
e cinema. Come ministero abbiamo appena firmato un Protocollo
per dare alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi più strumenti
per esprimere la loro creatività e la loro capacità di
interpretare questo mondo così complesso. Il cinema è uno
strumento fondamentale in una nuova scuola, una scuola aperta,
diffusa, sconfinata perché è lo strumento con cui il nostro
occhio si espande e noi riusciamo a cogliere anche quella parte
dell’intimità delle persone che usualmente, nella superficialità
del giorno, non riusciremmo a cogliere”.
    Anche quest’anno il gruppo di giovani giurati di tutta Italia
ha assegnato il premio Segnalazione Cinema For Unicef, istituito
dal Comitato Italiano per l’Unicef presso la Mostra sin dal
1980, che è andato al film La Caja di Lorenzo Vigas, con questa
motivazione: “Povertà, sfruttamento e abbandono sono le ferite
di un Paese orfano di certezze. Il paesaggio desertico diventa
metafora della vita di tutti i ragazzi privati di una famiglia e
dei loro diritti. Attraverso gli occhi di un bambino, il film
ci proietta nel profondo di una tragica realtà nella quale il
protagonista ci mostra che affermare la propria identità è
sempre possibile”. (ANSA).
   

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