Venezia omaggia Franco Zeffirelli, il «conformista ribelle»

A pochi mesi dal centenario dalla nascita di Franco Zeffirelli (il prossimo 12 febbraio), Venezia omaggia il grande regista con il documentario, scritto e diretto da Anselma Dell’Olio, che ne ripercorre la vita e la movimentata carriera attraverso interviste originali e d’epoca con alcune delle star più acclamate che l’hanno conosciuto, ammirato e amato e con familiari, amici e collaboratori più stretti.

Franco Zeffirelli (Photo by Leonardo Cendamo/Getty Images)

Franco Zeffirelli, conformista ribelle (prodotto da La Casa Rossa e Rs Productions, con Rai Cinema) è un coinvolgente racconto che rende giustizia alla persona e all’artista Franco Zeffirelli – non solo «il maestro» – in tutte le sue multiformi e anche opposte sfaccettature. Il suo carattere composito si manifesta nella sua vasta produzione artistica, ma anche nelle sue scelte politiche, nella sua spiritualità e nell’amore per il mistero, nelle amicizie e nelle leggendarie polemiche con critici avversari. Questo scontro offre un ritratto a tutto tondo, con alti e bassi continui, di un artista che ha promosso e onorato la cultura italiana, la più alta e la più popolare, nelle grandi capitali mondiali per molti decenni.

«Zeffirelli era la persona più accogliente e generosa che abbia mai conosciuto» ha raccontato la regista del documentario, presentato in Sala Casinò lo scorso 7 settembre. «È la prima volta che un’opera cinematografica indaga sulle molte, variegate e anche opposte sfaccettature professionali, culturali e caratteriali di Franco Zeffirelli. Mi interessavano le differenze poco note tra il vasto, singolare incanto che suscitava il suo nome nelle grandi capitali culturali mondiali e il baffo moscio con il quale era trattato in Italia. Ma ancor di più mi interessava la vita interiore di un omosessuale cattolico convinto, discreto ma senza mai nascondersi, in un’epoca assai meno liberale di quella presente».

Tante le personalità presenti alla proiezione. Tra questi, in prima fila, Luca Baravalle, Giuliano Ferrara, Matteo Salvini, Francesca Verdini e Pippo Zeffirelli.

Baravalle, imprenditore piemontese e Presidente dell’omonima Fondazione, ha dichiarato: «Sono sinceramente onorato di aver presenziato alla celebrazione di un uomo che ha dato così tanto alla storia del cinema e alla cultura italiana e non solo».

«Quella raccontata in Conformista ribelle è una storia importante, un pezzo d’Italia visto attraverso gli occhi di un grande maestro quale è stato Franco Zeffirelli» ha proseguito. «La regista Anselma Dell’Olio ha svolto un lavoro eccellente, unendo interviste di repertorio e racconti di chi ha conosciuto il maestro, dando vita a una conversazione che non sembra mai forzata e regalando ai posteri un archivio di informazioni invidiabile».

In merito alla produzione del documentario, Luca Baravalle ha sottolineato il suo orgoglio nel vedere un gruppo di giovani avvicinarsi alla figura di Franco Zeffirelli, protagonista enigmatico del nostro Paese. «Quella di Zeffirelli è una storia importante, sia dal punto di vista professionale che personale. Mi rincuora, in un periodo così difficile come quello che stiamo vivendo, vedere che anche dei giovanissimi hanno la voglia di capire e imparare e condividere con gli altri».

La Mostra Internazionale del Cinema di Venezia è stata l’occasione ideale per raccontare questo artista «rinascimentale del ventesimo secolo». «Essere invitato in Laguna è stato per me un grande onore» ha tenuto a sottolineare Baravalle. «Credo fermamente che eventi come questo, dal respiro internazionale, vadano incentivati il più possibile. Vedere che la nostra Italia, con tutte le sue bellezze, riesce a catturare l’attenzione di tutto il mondo mi fa ben sperare per il futuro».

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