Verso un’uretra su misura con la stampante 3D

Verso l’uretra fatta su misura per il
singolo paziente creata usando la stampante 3D, con
bioinchiostri di idrogel e cellule: è l’obiettivo del progetto
europeo Strong UR, cui partecipano anche esperti dell’Università
Cattolica, di Roma, che, guidati da Massimiliano Papi, associato
di Fisica, Dania Nachira e Ivo Boskoski del Dipartimento di
Medicina e Chirurgia Traslazionale, saranno direttamente
coinvolti nello sviluppo dei tessuti ibridi con la stampante 3D
e nei test per misurarne funzionalità e sicurezza, al fine
ultimo di usare questi tessuti in pazienti con problemi
uretrali.
    “L’Università Cattolica – spiega Papi – realizzerà tramite
Biostampa 3D strutture biologiche sia per riparare lesioni
dell’uretra su modelli animali, sia ricostruzione completa 3D
dell’uretra”. Supportato da un consorzio di 12 partner europei,
il progetto lavorerà su una combinazione rivoluzionaria di
tecnologie di produzione e biomateriali per creare tessuti
validi per l’uretra maschile, con lo scopo di migliorare il
trattamento dei disturbi del tratto urinario inferiore, ad
esempio quelli con fistole uretrali, complicanza comune delle
stenosi uretrali di cui soffre circa lo 0,6% della popolazione
maschile. Si tratta di una condizione che nei casi più gravi può
portare a disfunzione sessuale, danni alla vescica e
insufficienza renale. Le attuali opzioni chirurgiche presentano
limitazioni, tra cui la carenza di donatori, la mancanza di
standardizzazione e i costi elevati.
    STRONG-UR si basa su biomateriali innovativi: idrogel
combinati con cellule mesenchimali prelevate dal grasso, per
fare i bioinchiostri. L’approccio innovativo di STRONG-UR alla
riparazione uretrale rappresenta un passo fondamentale per
trasformare le tecnologie di biostampa in soluzioni cliniche
praticabili su vasta scala per l’ingegneria tissutale di organi
tubulari. STRONG-UR permetterà anche di creare mini-uretre umane
in provetta da usare come base per i test di nuovi farmaci o
trattamenti, piattaforma per una valutazione preclinica più
etica e affidabile, superando i metodi convenzionali basati su
modelli animali. “La nostra esperienza nella rigenerazione
tissutale e nella progettazione di modelli sperimentali di
stampa 3D svolgerà un ruolo cruciale nello sviluppo delle
procedure chirurgiche personalizzate richieste per questo
progetto, garantendo una rigorosa validazione dei costrutti
stampati”, conclude Papi.
   

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