Via alla quarta dose di vaccino, con i soliti problemi

Covid, via libera alla somministrazione della quarta dose di vaccino anche se, come accaduto anche per le prime dosi, non mancano caos e confusione. Dopo la decisione favorevole di Ema ed Ecdc sulla seconda dose di richiamo del vaccino anti Covid-19 (secondo booster) il Ministero della Salute, l‘ISS e l’Aifa hanno indicato su una circolare le modalità con cui verrà somministrata. Nel documento del 5 aprile si legge però qualche riserva “Le evidenze attualmente disponibili sono incomplete e non consentono quindi di esprimere delle forti raccomandazioni rispetto anche alla luce del fatto che molti soggetti potrebbero avere già un livello elevato di protezione naturale”.

La somministrazione della quarta dose sarà effettuata con vaccino a mRNA, nei dosaggi autorizzati per la dose booster (30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty; 50 mcg in 0,25 mL per Spikevax), purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo. La seconda dose booster al momento è raccomandata in soggetti di età superiore agli 80 anni ed eventualmente in via prioritaria agli ospiti delle RSA, che abbiano ricevuto il primo booster a distanza di ameno 4 mesi. Per quanto riguarda i soggetti di età compresa tra i 60 e gli 80 anni la quarta dose è raccomandata nelle persone che presentino specifici fattori di rischio dovuti a malattie cardiologiche, respiratorie, epatiche, diabete disabilità e obesità

Tra i primi paesi ad aver iniziato la somministrazione della quarta dose c’è Israele che ha allargato la platea agli over 18 che abbiano dei fattori di rischio e che deve essere somministrata a distanza di almeno 4 mesi dalla terza dose. Quarta dose anche per tutti i soldati israeliani over 18 e dopo 4 mesi dall’ultima dose. In Inghilterra invece la risalita dei contagi potrebbe far anticipare il via libera alla seconda dose booster limitata per adesso ad una platea di 5 milioni di persone fra over 75enni, immunodepressi dai 12 anni in su e ospiti delle case di riposo. In Spagna e in Serbia invece la somministrazione della quarta dose è prevista dopo 5 mesi dall’ultima e raccomandata alle persone fragili, come i pazienti in chemioterapia o radioterapia, quelli trapiantati o sotto terapia con farmaci immunosoppressori. Stessa scelta per la Germania e Danimarca che hanno deciso si somministrare il secondo booster ai più fragili e al personale sanitario che ha contatti con persone fragili. Mentre la Francia ha annunciato l’avvio della somministrazione della quarta dose di vaccino da 80 anni in su e ha ricevuto la terza dose da oltre 3 mesi. L’Ungheria è stato invece il primo Paese dell’Unione europea a somministrare la quarta dose a tutta la popolazione. Infine in Brasile la quarta dose di vaccino è già valida per la popolazione immunodepressa dai 18 anni in su. Il farmacologo Silvio Garattini dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri è favorevole alla quarta dose.

«La quarta dose del vaccino anti-Covid è consigliata e utile per tutte quelle persone che hanno dei fattori di rischio anche se bisogna tener conto del fatto che c’è gente che non ha fatto nemmeno la prima. Dobbiamo stare attenti a non continuare a moltiplicare gli annunci delle cose nuove e dimenticare quelle che non sono state fatte. Per questo la raccomandazione per il secondo richiamo booster deve essere assolutamente accompagnata da una comunicazione adeguata per fare in modo che si completi il ciclo vaccinale con la terza dose o almeno si inizi con la prima».

Quando va fatta la quarta dose?

«Almeno 4 mesi dopo la terza ed è raccomandata per le persone che hanno delle malattie cardiache, polmonari o il diabete perché rischiano di contrarre un forma severa della malattia. Mentre per chi ha fatto la terza dose ed ha preso il Covid non è consigliata».

Ha funzionato in altri Stati?

«In Israele hanno iniziato prima di tutti ed ha funzionato. Qui in Italia oltretutto adesso dobbiamo tenere conto della nuova variante che è stata trovata in Calabria ed è fortemente infettante ma di cui non conosciamo l’aggressività».

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