War is over, la vita che rinasce in Kurdistan iracheno

(ANSA) – ROMA, 24 OTT – Non un documentario sulla guerra
ma “un inno alla vita, alla speranza e a un modo diverso di
vedere le cose”. E’ la maniera nella quale il regista Stefano
Obino ha ideato War is over, documentario girato nel Kurdistan
iracheno, dove il conflitto contro l’Isis ha lasciato più di 40
campi profughi e oltre un milione e 600 mila persone in stato di
necessità, di cui la metà con meno di 18 anni. Il film non
fiction,che ha debuttato in Panorama Italia ad Alice nella
città, la sezione autonoma della Festa del Cinema di Roma, più
che sulla devastazione, traccia un percorso nei tentativi di
ritorno delle persone a ritmi sociali quotidiani, in un campo
profughi (come quello del Badarash,, nel 2019), o in una città
da ricostruire.
    Si passa per il ritorno da barbiere, una partita guardata
tutti insieme all’aperto davanti a una tv; la pizza a domicilio
mangiata nella propria tenda o una bambina che ridà i vestiti e
un letto alle sue bambole. Uno sguardo che i cineasti affidano
esclusivamente alle immagini e ai suoni originali, senza
commenti o interviste, lasciando come guida solo il diario di
una madre. Ci si trova in mezzo a uomini e donne di tutte le
età, bambini e ragazzi che riscoprono il rito di un hamburger
mangiato in un fast food tra amici, o che si riuniscono per
ballare l’hip hop. La preghiera e la moschea liberi dalla paura
o l’arte della danza che irrompe un palazzo diroccato.
    “Noi abbiamo deciso di raccontare questa energia, questa
spasmodica voglia di normalità, lontano dallo storytelling
mainstream, dalle solite immagini di guerra – ha spiegato il
cineasta, anche coproduttore con Tania Masi e la collaborazione
della Ong Aispo (Associazione Italiana per la Solidarietà tra i
popoli), che ricostruisce strutture sanitarie sul territorio
curdo e fornisce formazione sanitaria alla popolazione locale al
fine di gestire la situazione oltre l’emergenza -.War Is Over
invita lo spettatore a fermarsi, semplicemente a seguire il
respiro sorprendente della vita che resiste e rinasce”. (ANSA).
   

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