What If…?, e se il Dottor Strange avesse perso il cuore invece delle mani?

What If Episodio 4 Doctor Strange 1

Dopo averne visto tre settimane fa i primi episodi in anteprima, sono tornato a far compagnia all’Osservatore. A sbirciare insieme a lui in una nuova realtà parallela di What If…?, la serie d’animazione che riscrive la storia dei vari protagonisti dell’MCU, mostrando come piccoli eventi possono cambiare il corso delle loro vite. E magari di quelle di tutto quell’universo. Al centro di questo quarto episodio c’è un eroe Marvel di cui si è parlato in effetti pochissimo negli ultimi tempi. No, scherzo: si parla del nuovo compagnone (pasticcione?) di Peter Parker, il Dottor Strange.

What If Episodio 4 Doctor Strange 1

MANI, CUORE, AMORE

Nel film del 2016 Doctor Strange, il brillante neurochirurgo Stephen Strange si schianta con la sua Lamborghini perché fa troppo lo sborone. Su strada come nella vita. Quella dura lezione sul concetto di hubris parte da un paio di mani frantumante (non il massimo se fai il neurochirurgo) e si sostanzia in un viaggio fisico e spirituale, l’incontro con l’Antico, la riqualificazione del dottore col pizzetto in Stregone Supremo dell’Universo Marvel.

In questo universo parallelo, però, le cose non sono andate così. Christine Palmer, fiamma e collega di Stephen, accetta il suo invito: andrà alla premiazione con lui. Quello che succede dopo è raccontato dal titolo dell’episodio: Strange, stavolta, non perde le mani ma il cuore. E apparentemente, anche una volta ritrovatosi con l’Occhio di Agamotto appeso al collo, la magia, Wong che gli fa da zia e tutto il resto, non c’è nulla che può fare per rimediare. O così sembra.

What If Episodio 4 Doctor Strange 1

DA GRANDI POTERI DERIVA UNA GRANDE IRRESPONSABILITÀ

Non vi racconto ovviamente come prosegue la storia, ma il fulcro di tutto è la lezione sempreverde di Peter Parker sui poteri e le responsabilità che si tirano dietro. La genesi di buona parte degli eroi co-creati negli anni 60 da Stan Lee ha una matrice comune (al di là delle radiazioni): il prezzo da pagare per il proprio egoismo. Ti arrampichi sui muri, vuoi alzare un po’ di grana e non ti importa di fermare un ladro? Quel ladro ammazzerà tuo zio. Vendi armi e chi se ne frega di chi le usa? Problemi cardiaci gravi in arrivo. Vuoi bruciare i tempi per quel volo sperimentale nello spazio, per arrivarci prima dei russi? Il tuo corpo si allungherà a piaciment… No, a Reed Richards non è andata poi così male, ok. Ma il suo amico è diventato un mostro di roccia.

Il non aver subìto in prima persona le conseguenze della sua tracotanza, e la convinzione di poter risolvere il vuoto creatosi nella sua vita, spinge questo Strange a osare troppo. E da lì è pura narrazione in stile What If…?, le avventure cartacee in cui gli autori potevano fare qualsiasi cosa, tanto quello non era l’universo principale. E visto che c’è di mezzo l’Antico, il tutto coinvolge linee temporali e paradossi assortiti.

What If Episodio 4 Doctor Strange 1

IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO

Tornano, in questa Strange-rimpatriata, molti attori del primo film dello stregone, qui chiamati a dar voce ai rispettivi personaggi: Benedict Cumberbatch, ovviamente, ma anche Tilda Swinton (l’Antico), Benedict Wong (Wong) e Rachel McAdams (Christine Palmer). Si torna a parlare del Libro di Cagliostro (nella cui biblioteca-castello non c’è purtroppo Lupin, ma un bibliotecario il cui nome ricorda qualcuno…) e c’è pure una doppia comparsata di una certa creatura, che sembrerebbe proprio quella con cui ha avuto a che fare Captain Carter nel primo episodio della serie (entrambi sono stati scritti dalla creatrice dello show, A.C. Bradley). E se non è quella, sono parenti.

Cosa succederà nella prossima puntata? A chi si andrà a incasinare/migliorare la vita in una dimensione simile alla nostra, ma differente? Con l’Osservatore a fare lo spione, con quell’aria grave che ti viene voglia di prenderlo a coppini dietro quel suo capoccione? Non ne ho idea. E probabilmente è la cosa che mi affascina di più di What If…?

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